LAPIDE DI NASI ALDO

 

Corso Repubblica

 

dalla lapide:

 Qui, dopo aver leso con l’arme propria uno degli hitleriani che di sorpresa avevano fatto fuoco da tergo sui nostri cadde mentre soccorreva un compagno ferito, Nasi Aldo (Balilla), partigiano diciottenne.

L’episodio triste ed eroico testimoni perennemente quanto i gagliardi cuori rolesi ardessero di cacciare la spuria genia d’Attila su di noi calata per istigazione del più nefasto dei traditori.

25 Novembre 1944 sera.

 

“Ci fu uno scontro in pieno centro a Rolo, durante il periodo del coprifuoco, tra i tedeschi ed un gruppo di giovanissimi partigiani rolesi, il 24 Novembre dell’anno 1944. Rimase ferito “Pippo” Lodi che riuscì a riparare presso una famiglia amica e a sottrarsi pertanto ai tedeschi; pure ferito, ma in modo mortale, un altro partigiano, che subito non venne identificato, ma che post mortem risultò essere Aldo Nasi”

Al suo eroismo, alla sua memoria, al suo sacrificio, l’intero distaccamento partigiano rolese fu riconoscente, nominandosi appunto “Aldo”.

 

 (Guido Laghi, Rolo nella Resistenza e nella lotta per la Libertà; Agostino Nasi, testimonianza orale)

 

Aldo, nome di battaglia Balilla, era nato a Rolo nel 1926 e si arruolò appena diciottenne nella 77° Brg SAP; la sera del 24 novembre ‘44 venne gravemente ferito nello scontro tra alcuni partigiani (Nasi Agostino, Nasi Aldo, Ferrari Ottavio, Mantovani Nelson, Lodi Giuseppe, Canù Eros) e due marescialli del Comando tedesco locale, avvenuto nel centro del paese, dove oggi una lapide lo ricorda ancora sopra all’ingresso del caffè “Leon d’oro”. Aldo venne ferito gravemente al capo e alla schiena e morì la mattina seguente in via Pontenuovo davanti alla casa in cui era installato il comando tedesco, dove era stato trascinato agonizzante. Per il timore di una rappresaglia tedesca nessun rolese ammise di conoscerlo, nonostante le minacce, nemmeno il dottor Bulgarelli che ne constatò il decesso, né il Commissario prefettizio, né il curato Don Grandi. Nemmeno al passaggio del cadavere posto su un carretto, diretto al cimitero, nessun rolese si tradì; fu sotterrato accanto all'ingresso e la sepoltura sorvegliata per identificarlo attraverso i parenti che si fossero recati a piangerlo. Ma nemmeno la madre si tradì davanti alla tomba. Quel silenzio solidale salvò certamente una famiglia, e forse l’intero paese. 

Lapide di Nasi Aldo in corso Repubblica
Lapide di Nasi Aldo in corso Repubblica